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DIOR CONQUISTA ROMA: TRA OMBRE DEL PASSATO E BAGLIORI DI HAUTE COUTURE


Nella cornice senza tempo di Villa Albani Torlonia, Maria Grazia Chiuri incanta la capitale con la collezione Cruise 2026: un ponte tra epoche, mito e sartoria cinematografica.

Il silenzio dei giardini di Villa Albani Torlonia è stato interrotto dal fruscio dei tessuti e dal suono antico del mito. In un’atmosfera sospesa la capitale italiana è diventata teatro di una sfilata destinata a entrare nella storia della moda: Dior ha presentato la sua attesissima collezione Cruise 2026, firmata da Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa della linea donna della Maison. Chiuri ha scelto la sua città natale non solo come scenografia, ma come protagonista invisibile di un racconto visivo e sensoriale. Un ritorno viscerale, poetico, simbolico. Perché Roma non è solo la città eterna: è culla del sapere classico, della bellezza scolpita nel tempo, dell’opulenza sartoriale che qui, ieri come oggi, si intreccia con l’arte e il cinema. Da questo l’ispirazione profonda della collezione: la sartoria Tirelli Trappetti, da sempre punto di riferimento per i costumi di scena del grande cinema italiano, diventa il cuore pulsante dell’immaginario della stilista.

“Abbiamo voluto far emergere l’affinità tra un atelier di haute couture e una sartoria teatrale”, spiega la Chiuri nel cortometraggio Les Fantômes du Cinéma, firmato da Matteo Garrone e proiettato in anteprima esclusiva poco prima della sfilata. Un viaggio tra materiali, epoche, sogni, in cui ogni abito è un fantasma vestito di luce. La scelta della location non è stata casuale: i giardini di Villa Albani Torlonia custodiscono la collezione dei Marmi Torlonia, rendendola una location carica di riferimenti simbolici. Non un semplice sfondo, ma una scenografia viva, capace di dialogare con la collezione attraverso echi, simmetrie e citazioni.Ecco allora sfilare 80 look, di cui 49 ready-to-wear e 31 haute couture, in un’alternanza calibrata tra opulenza e rigore. Le silhouette sono scolpite, i drappeggi evocano le tuniche romane, i busti sembrano statue neoclassiche in movimento. Ricami metallici, sandali gladiatore, stole leggere: ogni dettaglio racconta un frammento di storia e contemporaneità.

Le modelle, muse silenziose tra passato e futuro, portano in scena accessori che sembrano reliquie di un’epoca lontana: cinture cesellate, copricapi che richiamano l’iconografia imperiale, borsette con motivi allegorici. Il savoir-faire della Maison Dior si fonde con una visione colta, quasi filosofica, del vestire. È moda, ma anche memoria. È costume, ma anche rito. L’arrivo degli ospiti ha reso l’atmosfera ancora più rarefatta. Volti di cinema, arte e cultura : Nine d’Urso, Eleonora Abbagnato, Gianna Nannini, Deva Cassel, Natalie Portman, Beatrice Borromeo, Rosamund Pike per citarne alcuni.
Con Cruise 2026, Maria Grazia Chiuri non propone solo una collezione, ma una riflessione identitaria, un richiamo a ciò che resta oltre la moda: l’essenza del fare a mano, il valore della cultura, la forza dei luoghi. Un invito a riscoprire le origini non come nostalgia, ma come motore creativo. Roma, ancora una volta, è stata regina. Ma questa volta, incoronata da abiti che parlano la lingua eterna dell’arte.

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